Dall’IoT all’IoB, un trend che pare inarrestabile. Nel 2025 nel mondo ci saranno oltre 75 miliardi di dispositivi connessi secondo la stima di Statista​. Erano 15 miliardi nel 2015, se le previsioni saranno confermate assisteremo a una crescita del numero di oggetti connessi in rete del 400%, in un decen​​nio. Una crescita favorita dalla progressiva diffusione​ delle tecnologie 5G per superare gli attuali limiti di saturazione della connettività. Lo studio di Juniper Research​​ stima oltre 8 miliardi di dollari i ricavi mondiali derivante dalla connettività 5G per IoT. 

Il 70% delle connessioni 5G IoT riguarderanno automotive e smart cities in tutto il mondo, infatti secondo le stime di Gartner entro il 2023 l’industria automobilistica rappresenterà la maggior opportunità, pari al 53% dell’intero mercato dei terminali 5G IoT, con 740mila veicoli pronti per la guida autonoma.

Previsioni sul futuro che si appoggiano sulla crescita osservata nel recente passato: secondo i dati degli Osservatori del Politecnico di Milano solo in Italia nel 2019 il mercato italiano dell’Internet of Things ha raggiunto il valore di 6,2 miliardi di euro, + 24% rispetto al 2018, spinto dalla connettività cellulare (3,2 miliardi di euro, +14%), e altre tecnologie di comunicazione (3 miliardi, +36%). Circa metà del mercato è costituito da contatori intelligenti (per il gas, l’elettricità, etc…) e automobili connesse.​

In uno scenario altamente trasformativo e performante le implicazioni sono molteplici: una delle più interessanti è l’evoluzione verso “l’internet dei comportamenti”, ossia ottenere dati dettagliati sul comportamento delle persone mentre interagiscono con l'Internet of Things. Imparare di più dalle decisioni degli utenti (IoI) per poterli orientare verso comportamenti virtuosi (IoB).

Studiare gli utenti e i consumatori attraverso la loro impronta digitale non è certo un’idea nuova, ma rispetto al passato la novità riguarda l’ampiezza delle sorgenti in relazione, potendo ragionare in termini di ecosistema dei processi analitici che raccolgono e interpretano grandi quantità di dati generate da tutte le attività online. Per ecosistema si intende un’integrazione crescente tra machine learning, intelligenza artificiale e data analytics.

L’Internet of Behaviours (IoB) consentirà un’analisi psicologica comportamentale molto più evoluta, un utilizzo avanzato dei dati per orientare i comportamenti degli utenti, generando nuovi approcci con riferimento all’user experience, l’ottimizzazione dei prodotti e servizi delle aziende.

Un’evoluzione per comprendere meglio la realtà, perfezionare i processi decisionali, aiutare le imprese a intraprendere percorsi d’innovazione e le persone ad adottare comportamenti corretti.

Facciamo alcuni esempi, pensando alla mobility, alla telematica assicurativa e alle nostre soluzioni innovative a valore aggiunto per l’auto, la casa, il benessere e la salute: l’adozione di un approccio, che potremmo definire comportamentale, attraverso l’utilizzo e l’interpretazione dei big data estraibili attraverso l’IoT e declinati su l’IoB, potrebbe favorire l’adozione di comportamenti corretti da parte degli utenti, e limitare il rischio di frodi assicurative. Sarà possibile migliorare l’efficienza dei processi di gestione dei sinistri stradali e anche il servizio di assistenza, attraverso nuovi servizi personalizzabili nell’ecosistema della mobilità, tutto partendo dalla centralità dei dati che generano comportamenti.​​

L'Internet of Behaviours raccoglie le informazioni digitali della vita delle persone da una varietà di fonti, e le organizzazioni pubbliche o private possono utilizzare queste informazioni per influenzarne il comportamento - Gartner

La sensoristica installata a bordo dei veicoli ci darà informazioni preziose sullo stile di guida dei conducenti, orientando comportanti più sicuri al volante. Rilevazioni di dati su veicoli commerciali per verificare le modalità corrette di guida del conducente, migliorando le sue performance, ottimizzando i percorsi e la sicurezza.

Se pensiamo alla gestione e contenimento della pandemia attualmente in circolazione, si potranno ricavare informazioni importanti sull’utilizzo delle mascherine sui luoghi di lavoro. I dispositivi indossabili potranno trasmettere dati utili per decifrare gli stili di vita dei pazienti, con l’obiettivo di offrire suggerimenti idonei all’adozione di comportamenti virtuosi.

Consideriamo un'app per la salute sullo smartphone che tiene traccia della dieta, del sonno, della frequenza cardiaca o dei livelli di zucchero nel sangue. L’applicazione potrà offrirci suggerimenti preziosi per migliorare le nostre scelte alimentari. Pensiamo all’utilizzo delle piattaforme web: quando un utente interagisce con un laptop oppure uno smartphone, i dati ci diranno in che modo interagisce con la risorsa, su quali pulsanti fa clic, come si muove all’interno della pagina. 

Utilizzando questo concetto, le aziende saranno in grado di analizzare le prestazioni passate, per prevedere il futuro. I dati raccolti attraverso l'Internet of Things forniranno le basi per pianificare lo sviluppo dei prodotti e servizi. Schematicamente potremmo riassumere: dai dati alle informazioni, dalle informazioni alla conoscenza, dalla conoscenza alla saggezza.

In uno scenario così pervasivo, con una quantità imponente di interazione e scambio di dati, i punti aperti inerenti la privacy delle persone restano al centro dell’attenzione. L’IoB è la diretta conseguenza della capillare diffusione del digitale nella società, tecnologie evolutissime analizzeranno dati aggregati da differenti fonti: relazioni commerciali con i clienti, Pubblica Amministrazione, social media, riconoscimenti facciali automatici, tracciamenti di spostamenti derivanti dalla sensoristica, e così via. Una gigantesca elaborazione collettiva per indirizzare un cambiamento comportamentale delle persone sui luoghi di lavoro, in auto, nella quotidianità.

Perciò l’implementazione dell’IoB deve completarsi in stretta osservanza con le normative privacy e con un utilizzo finalizzato al miglioramento dell’efficienza, e non al controllo dell’individuo. A tal proposito le nostre survey confermano un incoraggiante cambio di mentalità da parte degli utenti, riducendosi la diffidenza verso la gestione dei dati e la protezione della privacy: in pochi mesi la fiducia è cresciuta, specialmente per quel che riguarda l’acquisizione dei dati dalle scatole nere installate nei veicoli.

Tuttavia non dimentichiamo che tutto ciò che è connesso è facilmente attaccabile, perciò la consapevolezza dei pericoli connaturati negli oggetti connessi, orienta UnipolTech nella progettazione di tutti i prodotti ad alto coefficiente tecnologico messi a disposizioni del nostro gruppo, verificando e implementando le misure di sicurezza più adatte. 

Per quel che riguarda la tutela della privacy, il Regolamento generale sulla protezione dati (GDPR) 2016/679 offre importanti garanzie, che riguardano direttamente l’IoT. Il regolamento dispone che i dati vengano trattati in quanto “adeguati, pertinenti e limitati” rispetto a ciò che è necessario per le finalità perseguite (principio della minimizzazione).

Nel caso specifico dell’IoT, viene richiesta l’elaborazione di un sistema di gestione della privacy che venga sviluppato fin dalla fase di progettazione del prodotto, integrato ad esso. Adempimenti sui quali UnipolTech presta la massima attenzione sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione.