Per prepararsi a questo scenario caratterizzato da una domanda crescente di dati cellulari, gli standard 6G dovranno adottare tecnologie innovative che non sono attualmente utilizzate negli standard 5G. Secondo il report di Juniper Research sarà necessario investire nelle reti non terrestri (Ntn) e nelle bande di frequenza sub-1THz, tecnologie fondamentali per completare con successo i test iniziali delle reti 6G, e fornire maggiori capacità di trasmissione dati rispetto alle attuali reti 5G.
Tuttavia bisogna fare attenzione alla roadmap di realizzazione dei progetti, perché l’aumento dei costi generato dall’uso dei satelliti per le reti non terrestri, e i costi di acquisizione dell’alta frequenza, comporteranno tempi più lunghi per garantire agli operatori un ritorno sugli investimenti 6G.
Il 5G è quindi una tecnologia che ha mantenuto le sue promesse, con un forte interessamento anche in ambiti industriali come, ad esempio, il manufacturing e la mobility. Per quanto riguarda l’Italia, secondo il rapporto Desi 2022 e Gsma intelligence, il 5G copre tra il 96% il 99,7% della popolazione, ossia la maggiore copertura in Europa. Tuttavia a livello industriale lo sviluppo dei progetti procede lentamente e con qualche incognita. Entro il 2025 il mercato industriale nel nostro Paese potrà valere 40 milioni di euro nel caso in cui la quinta generazione di reti mobili sarà utilizzata solo per test tecnologici e parziale ingegnerizzazione di processi. Se invece il 5G diventerà lo standard per la connettività industriale e nel mondo business, il mercato potrà valere 200 milioni di euro, secondo l’ultima ricerca dell'Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano.