Il 24 dicembre 2021 è entrato in vigore il decreto legislativo n. 207 dell'8 novembre 2021, con il quale è stata recepita nell'ordinamento italiano la Direttiva (UE) n. 2018/1972 recante il Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche che introduce notevoli modifiche al quadro normativo del settore.

Il nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche produrrà importanti conseguenze per i consumatori, oltre a confermare l'importanza fondamentale dell'accesso a internet. Il provvedimento riguarda: le reti e i servizi di comunicazione elettronica per uso pubblico, comprese le reti utilizzate per la diffusione circolare di programmi sonori e televisivi e le reti della televisione via cavo; gruppi chiusi di utenti; reti e servizi di comunicazione elettronica a uso privato; tutela degli impianti sottomarini di comunicazione elettronica; servizi radioelettrici.

Un aspetto molto rilevante riguarda il libero accesso alla rete, riconosciuto come un diritto fondamentale per il benessere economico e la crescita sociale e civile delle persone. Le difficoltà di accesso a internet rappresentano un grave ostacolo alle capacità relazionali e di comunicazione per i consumatori, ma ancora di più per le imprese, dal momento che la diffusione della banda larga è un fattore di crescita economica e occupazionale di qualsiasi territorio. Una velocità minima di connessione è un requisito irrinunciabile per la diffusione dei servizi.

Il nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche prevede che l'accesso a internet tramite banda larga, e non solo il servizio voce, entri a far parte del servizio universale di cui hanno diritto i consumatori, su tutto il territorio nazionale, a un prezzo accessibile. In ogni luogo deve esserci almeno un operatore telefonico che garantisca a prezzi accessibili il servizio universale, ovvero il servizio voce e la larghezza di banda necessaria a supportare l'insieme minimo delle attività necessarie per la partecipazione sociale ed economica alla società.

Una delle novità più interessanti riguarda i contratti della telefonia: ogni contratto di telefonia, comprese le rate di apparati, dovrà avere una durata massima di 24 mesi, e gli operatori dovranno prevedere almeno una proposta commerciale con una durata massima iniziale di 12 mesi. Perciò i consumatori non avranno a disposizioni solo offerte di 48 mesi, con rate da pagare anche dopo l'eventuale disdetta. Le novità sulla durata dei contratti valgono anche per utenti non consumer, come le micro imprese, professionisti e organizzazioni.​




​Maggiori tutele per i consumatori: internet è un servizio essenziale e gli operatori telefonici dovranno prevedere almeno una proposta con una durata massima iniziale di 12 mesi. Più trasparenza sui recessi e sugli aggiornamenti delle tariffe

Più trasparenza anche sui rinnovi automatici, che fino a oggi venivano rinnovati in automatico, salvo disdetta. Il nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche prevede che i fornitori informino l'utente finale, in modo chiaro e tempestivo, sulla fine dell'impegno contrattuale, in merito alle modalità di recesso dal contratto e delle migliori tariffe relative ai servizi, con almeno due mesi di anticipo rispetto alla proroga automatica del contratto. Si potrà così sapere se gli operatori hanno nel frattempo ridotto i prezzi e gli utenti finali dovranno ricevere aggiornamenti in merito alle migliori tariffe, almeno una volta all'anno. Si tratta di novità che consentono all'utente di capire se sta pagando troppo rispetto alla media del mercato ed eventualmente chiedere una nuova tariffa o cambiare operatore.

I fornitori informano gli utenti finali, con preavviso non inferiore a trenta giorni, di qualsiasi modifica delle condizioni contrattuali e del loro diritto di recedere dal contratto, senza incorrere in alcuna penale.

L'Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni (Agcom) avrà più potere sanzionatorio, il suo ruolo è essenziale per vigilare sulla congruità dei costi e, in generale, sull'interpretazione di certi passaggi normativi meno espliciti. Oltre alle sanzioni ordinarie che possono arrivare fino a un milione di euro, se un operatore viola i suoi ordini o diffide può ricevere una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 5 milioni, più il rimborso delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti. In più, se si tratta di una violazione delle disposizioni relative a imprese aventi significativo potere di mercato, si può arrivare a una sanzione fino al 5% del fatturato.