La cybersecurity
Una recente ricerca dal titolo “2022 Technology Spending Intentions Survey" della società americana di ricerche Enterprise Strategy Group (ESG) sostiene che gli investimenti in sicurezza informatica sono destinati ad aumentare per far fronte al continuo incremento degli attacchi cyber. Inoltre, secondo la società di consulenza Manage Business la spesa globale per la sicurezza informatica raggiungerà addirittura i 1,5-2 trilioni di dollari entro il 2025. Un trend messo in evidenza anche dal Global Tech Outlook di Red Hat, riassunto in un nostro articolo, il mese scorso, sullo stato di avanzamento delle organizzazioni di tutto il mondo, nelle loro iniziative di trasformazione digitale. Nel mondo di oggi, in cui ogni dispositivo tecnologico che utilizziamo è parte di una più ampia rete dove i diversi elementi sono interconnessi e interdipendenti tra loro, la cybersecurity non può più essere considerata come una feature aggiuntiva.
Il cloud ibrido
Nel 2023 le aziende inizieranno a pianificare un vero cloud ibrido, nel quale le applicazioni vengono eseguite combinando un cloud pubblico e uno privato. Una soluzione che offre un mix flessibile di servizi di cloud computing, estendendo l'infrastruttura e le operation in modo coerente per fornire un unico modello operativo che gestisce i carichi di lavoro delle applicazioni in entrambi gli ambienti. Tuttavia, la carenza di competenze continuerà a rappresentare una sfida. I collaboratori con le competenze necessarie per costruire infrastrutture serverless e cloud native sono di fatto molto pochi, e in generale il tema della formazione e reskilling, è molto problematico.
Maggiore attenzione alle regole
Il settore tecnologico nel suo insieme è osservato sempre più da vicino dai legislatori dei vari Paesi. Nei prossimi mesi l'attenzione di sposterà sulla regolazione dei differenti casi d'uso con particolare riferimento alla protezione dei dati, per garantirne la conformità alle leggi locali, regionali e internazionali. Tra gli organismi più attivi nella regolamentazione troviamo la Commissione Europea. Già nell'ambito dell'AI act, parte della strategia sull'Intelligenza Artificiale, la Commissione mira ad assegnare specifiche categorie di rischio ai diversi casi d'uso dell'AI, definendo il primo framework legale dedicato a questa tecnologia.
Sempre più iper-automazione
I flussi di lavoro più complessi porteranno alla creazione di architetture IT componibili basate sull'analisi dei dati e sfrutteranno sempre più tecnologie low code/no code in grado di innescare lo sviluppo di Intelligenza Artificiale e Machine Learning. Un processo definito iper-automazione, orientato al miglioramento del business che le organizzazioni utilizzeranno per identificare rapidamente, controllare e automatizzare il maggior numero possibile di processi aziendali e IT.