Cos'è la cittadinanza digitale? Perché se ne sta parlando così tanto? Per “cittadinanza digitale" si intende l'insieme dei diritti e doveri che, grazie al supporto di una serie di servizi e strumenti (l'identità, il domicilio, le firme digitali, il Sistema Pubblico di Identità Digitale) ha l'obiettivo di semplificare il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione tramite le tecnologie digitali.

Un tema articolato e disciplinato da diverse norme e aggiornamenti, fino ad arrivare alla Carta della cittadinanza digitale che stabilisce il diritto di cittadini e  imprese, “anche attraverso l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione di accedere a tutti i dati, i documenti e i servizi di loro interesse  in  modalità digitale al fine di garantire  la  semplificazione nell'accesso  ai  servizi  alla persona, riducendo la necessità dell'accesso fisico agli uffici pubblici".

La prima versione del Codice dell'amministrazione digitale risale a 13 anni fa, e dopo numerosi adeguamenti necessari per restare al passo della rapida evoluzione tecnologica che caratterizza le nostre società, oggi è alla sesta versione. Elenca diritti e doveri che già contraddistinguono il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione, e individua le basi giuridiche per nuovi strumenti e servizi per rafforzare quelli esistenti.

In sintesi, possiamo dire che la cittadinanza digitale è un dispositivo utile a garantire inclusione, coesione, sviluppo delle comunità politiche e che in esso convergono 3 componenti: l'appartenenza; i diritti e i doveri; la partecipazione.

Per il Consiglio d'Europa la cittadinanza digitale è “la capacità di partecipare attivamente, in maniera continuativa e responsabilmente alla vita della comunità (locale, nazionale, globale, online e offline) a tutti i livelli (politico, economico, sociale, culturale e interculturale)". Il cittadino digitale è la “persona che possiede le competenze per la cultura democratica per essere in grado di impegnarsi in modo competente e positivo con le tecnologie digitali in evoluzione; di partecipare attivamente, continuamente e responsabilmente alle attività sociali e civiche; di essere coinvolto in un processo di apprendimento permanente e di impegnarsi a difendere i diritti umani e la dignità".

Per l'Unione europea “la cittadinanza digitale è un insieme di valori, competenze, atteggiamenti, conoscenze e comprensione critica di cui i cittadini hanno bisogno nell'era digitale. Un cittadino digitale sa come utilizzare le tecnologie ed è in grado di interagire con esse in modo competente e positivo".​

Il cittadino digitale è la persona che possiede le competenze per la cultura democratica ed è in grado di impegnarsi con le tecnologie digitali in evoluzione, partecipare alle attività civiche, in un processo di apprendimento permanente

Il Codice dell'amministrazione digitale riconosce il diritto all'uso delle tecnologie, ovvero riconosce a chiunque il diritto di usare, in modo accessibile ed efficace, le soluzioni e gli strumenti del Codice nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici servizi, anche ai fini dell'esercizio dei diritti di accesso e della partecipazione al procedimento amministrativo: pagamenti in modalità informatica, diritto a servizi online semplici e integrati, alfabetizzazione informatica dei cittadini, partecipazione democratica elettronica. Inoltre, l'educazione alla cittadinanza digitale deve far parte dell'insegnamento trasversale dell'educazione civica (reso obbligatorio sin dalla scuola dell'infanzia). I contenuti dell'educazione alla cittadinanza digitale appaiono chiari se si guarda alle abilità e conoscenze digitali che devono essere sviluppate con gradualità tenendo conto dell'età degli alunni e degli studenti. Va perciò raggiunta la piena capacità di partecipare alla società online, e i cittadini digitali sono coloro che usano Internet regolarmente.

Vi sono tuttavia dei temi aperti che vanno affrontati per raggiungere una diffusa e matura cittadinanza digitale: le tecnologie stanno facendo scomparire la distinzione tra offline e online, l'approccio deve essere inclusivo evitando l'emarginazione delle persone più sprovvedute di strumenti e conoscenze. Perciò è necessario facilitare la condivisione delle competenze tecniche, cognitive, metacognitive, emotive, sociali e giuridiche. Occorre continuare ad imparare, insomma. 

Ma cittadinanza digitale significa anche responsabilità, cittadinanza attiva, partecipazione. La vita democratica va alimentata per difendere pluralismo e libertà. È responsabilità dei cittadini partecipare a questa costruzione operando affinché la transizione al digitale non comporti una regressione sul piano della tutela dei diritti.